Chiesa di Sant’Anna

Via Sant’Anna 14, Catania

L’originaria chiesa di Sant’Anna e il suo convento erano siti presso la Porta Decima (inizio di Via
Naumachia) e nel 1650 erano stati assegnati ai frati Trinitari, da questo momento chiamati “monaci di
Sant’Anna”. Tali frati, giunti a Catania nel 1580 allo scopo di riscattare gli schiavi cristiani dalle mani
degli infedeli, erano vestiti di bianco e avevano una croce rosso-azzurra sul petto. Con il terremoto del
1693, la chiesa e il convento dei Trinitari furono distrutti, ma vennero ricostruiti e il culto per Sant’Anna
rifiorì.
Nel Settecento, l’Ordine dei Trinitari fu però oggetto della politica giurisdizionalista dei sovrani europei
riformatori e della secolarizzazione dei beni ecclesiastici; il convento fu soppresso e la chiesa di
Sant’Anna passò al Comune che la vendette alla famiglia Mauro (alla quale appartenne la madre di
Giovanni Verga) che la fece demolire e ricostruire più piccola nel sito attuale. Nei primi decenni
dell’Ottocento la chiesa era un attivo luogo di culto, ma poi rimase chiusa per molto tempo, venendo
riaperta solo nel 1866.
Nel 2004 fu nuovamente chiusa per restauro, ma solo nel 2008 per interessamento dei Nobili
Aragonesi di Catania appartenenti al Militare Ordine del Collare di S. Agata dei Paternò le operazioni
vennero concluse, divenendo chiesa capitolare dell’Ordine. La chiesa fu così riaperta dopo decenni di
chiusura al culto dei Santi Gioacchino e Anna, genitori della Beata Vergine Maria, divenendo luogo di
pio pellegrinaggio di tanti catanesi e soprattutto di donne in dolce attesa.

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